Voltaire e le conchiglie

Nel mondo protestante americano, particolarmente ligio ad un'interpretazione strettamente letterale della Bibbia, il creazionismo trova molti sostenitori e riesce spesso a ricavarsi i propri spazi nella società e nei dibattiti pubblici.
Satira anti-creazionista: 
una delle immagini proposte per una linea 
di t-shirt a tema dal marchio Amorphia Apparel
Sebbene ogni tanto qualcuno tenti di importare questo dibattito anche da noi, la confessione cristiana di maggioranza, il cattolicesimo, non ha mai mostrato la stessa ostilità verso la teoria dell'evoluzione, a partire dalla prudente apertura da parte di Pio XII nell'enciclica Humani Generis (1950), e non sembra che le cose debbano cambiare nell'immediato futuro.
Tornando al contesto statunitense, si dice spesso, a torto o a ragione, che i creazionisti giustifichino la presenza dei fossili con due diverse versioni dei fatti: secondo alcuni sarebbero stati messi sotto terra da Dio per provare la fede degli uomini, secondo altri ce li avrebbe messi il diavolo per sviarla.

Che sia vero o no, la cosa interessante è che un atteggiamento simile curiosamente lo ritroviamo in un campione dell'Illuminismo, nemico della Chiesa e cultore della ragione: Voltaire, preoccupato che la presenza di conchiglie fossili sulle cime alpine potesse essere considerata una prova della veridicità del racconto del diluvio universale, sostenne clamorosamente che le avevano lasciate cadere i pellegrini e i crociati in transito nel corso dei secoli.
In questo caso dunque una spiegazione ad hoc era stata introdotta perché i fossili sembravano confermare, piuttosto che confutare, la narrazione biblica.





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